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LA PROGRESSIVA COSTRUZIONE DI UN'IMPRESA di AGRICOLTURA SOCIALE

AGRICURA: L'AGRICOLTURA CHE FA BENE


Con la terra si sta bene

Un contributo innovativo importante può venire dai percorsi di cura e del dolore mentale (in senso ampio) attraverso la terra. La nuova legge sull’agricoltura sociale incoraggia attività pedagogiche ed educative per l’educazione ambientale e alimentare, e considera il lavoro della terra una risorsa terapeutica anche in condizioni di disagio psichico, fisico e sociale. L’agricoltura multifunzionale si arricchisce così di nuove opportunità umane e solidaristiche.
Con la terra, innanzi tutto, si sta bene. Il benessere psicofisico è un primo importante obiettivo di salute e di cura. Una società è civile se cerca di garantirlo a tutti e si propone in particolare di assicurarlo a chi vive condizioni di svantaggio o di emarginazione. Nella nostra epoca il valore della salute e l’incanto della natura sono temi efficaci per educare alla cura della vita. Il senso del bello è un potente rimedio alla materialità insipiente del consumismo e denunciare gli errori dell’uso insensato della tecnologia. La bellezza non ha in sé alcun fine; ha valore per sé. Costituisce quindi uno stimolo potente ed efficace per superare il predominio dell’utile e del calcolabile. Il sentirsi bene, a contatto con la vita della natura, è la prima esperienza emotiva che aiuta la persona in trattamento a lasciar emergere una nuova percezione di sé, ad aprire spiragli di speranza e a dare valore a una quotidianità spesso pesante e vuota. Può instaurarsi così una circolarità virtuosa tra la percezione gradevole del corpo e la motivazione alla guarigione.
Il contatto con la terra attiva anche una reale modificazione dello stile di vita delle persone: alle esperienze di vuoto, di degrado e a volte anche di disperazione, subentra la rassicurante emozione di stare bene con se stessi e con gli altri. Alla depressione e al disagio del sentirsi inattivi e inutili, si sostituisce l’attivazione dei molteplici canali della comunicazione verbale e non verbale.
Attraverso l’agricoltura, il percorso di cura può arricchirsi di nuovi strumenti che inglobano la quotidianità. La presa in carico e l’accompagnamento terapeutico si aprono, così, a una nuova attenzione al mondo, cioè a quel sistema più ampio che comprende quello personale, familiare, comunitario e ridefinisce così anche i problemi e i vissuti.
Noi siamo abituati a pensare l'individuo separato da ciò che lo circonda. Va invece curata la reintegrazione anche dell’ambiente naturale nella consapevolezza personale e sociale, così che la terapia funzioni in modo integrato come sistema di cura. Solo quando si sperimenta la liberazione dall’angoscia e dall’inconsistenza emozionale si trovano forze e motivazioni per riconsiderare la propria condizione e di assumere la responsabilità della cura di sé.




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